venerdì 29 marzo 2013

Buona Pasquartistica.....

"Uno studioso al microscopio vede molto più di noi.


Ma c'è un momento, un punto, in cui anch'egli deve 


fermarsi.


Ebbene, è a quel punto che per me comincia la 



poesia" 

René Magritte




Buona Pasqua a tutti


Renè Magritte - "La condizione umana" - 1933

giovedì 28 marzo 2013

Monet... la meraviglia...

Ed ecco la conclusione del post su Monet, le opere più famose, più belle..

le grandi serie (i covoni, la cattedrale di Rouen), gli scogli di Belle - Ile, ma soprattutto la casa ed il giardino di Giverny, dipinto in ogni ora del giorno e della sera per studiare le variazioni della luce, le diverse sensazioni ed impressione.

Eccole in ordine sparso, solo per la gioia degli occhi. Buona visione.













martedì 26 marzo 2013

La quiete dopo la tempesta...


Passata è la tempesta:
Odo augelli far festa, e la gallina,
Tornata in su la via,
Che ripete il suo verso. Ecco il sereno
Rompe là da ponente, alla montagna;
Sgombrasi la campagna,
E chiaro nella valle il fiume appare.
Ogni cor si rallegra, in ogni lato
Risorge il romorio
Torna il lavoro usato.
L'artigiano a mirar l'umido cielo,
Con l'opra in man, cantando,
Fassi in su l'uscio; a prova
Vien fuor la femminetta a còr dell'acqua
Della novella piova;
E l'erbaiuol rinnova
Di sentiero in sentiero
Il grido giornaliero.
Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride
Per li poggi e le ville. Apre i balconi,
Apre terrazzi e logge la famiglia:
E, dalla via corrente, odi lontano
Tintinnio di sonagli; il carro stride
Del passegger che il suo cammin ripiglia.

Si rallegra ogni core.
Sì dolce, sì gradita
Quand'è, com'or, la vita?
Quando con tanto amore
L'uomo a' suoi studi intende?
O torna all'opre? o cosa nova imprende?
Quando de' mali suoi men si ricorda?
Piacer figlio d'affanno;
Gioia vana, ch'è frutto
Del passato timore, onde si scosse
E paventò la morte
Chi la vita abborria;
Onde in lungo tormento,
Fredde, tacite, smorte,
Sudàr le genti e palpitàr, vedendo
Mossi alle nostre offese
Folgori, nembi e vento.

O natura cortese,
Son questi i doni tuoi,
Questi i diletti sono
Che tu porgi ai mortali. Uscir di pena
E' diletto fra noi.
Pene tu spargi a larga mano; il duolo
Spontaneo sorge: e di piacer, quel tanto
Che per mostro e miracolo talvolta
Nasce d'affanno, è gran guadagno. Umana
Prole cara agli eterni! assai felice
Se respirar ti lice
D'alcun dolor: beata
Se te d'ogni dolor morte risana.


(Giacomo Leopardi)

giovedì 7 marzo 2013

e si parla ancora di Monet, parte 2


......
Un violento litigio con il padre ha per conseguenza la perdita di ogni aiuto economico per Claude, che torna a Parigi. Qui, per la prima volta è ammesso al Salon con due sue marine, "Il molo a Honfleur" e "La foce della Senna a Honfleur" della quale il critico Paul Mantz scrive nella Gazette des Beaux-Arts che

"non la dimenticheremo più. Eccoci interessati a seguire nei suoi tentativi futuri questo sincero autore di marine"

lodando la sua maniera ardita di vedere le cose, i tocchi fitti e rapidi sull'acqua e le pennellate spesse nella rappresentazione delle nuvole.
Trasferitosi in una pensione di Chailly nei pressi del bosco di Fontaibleau comincia a lavorare alla "Colazione sull'erba" ispirata all'analogo, famoso, dipinto di Manet. L'intenzione è di dipingere una grande tela di sei metri per cinque e posano per lui la sua fidanzata Camille Doncieux e Bazille, l'uomo sdraiato a destra, mentre il personaggio seduto in primo è stato identificato come il pittore Lambron o Courbet.

Eccoli sotto entrambi, Monet (1865-1866) e Manet (1862), oggi entrambi al Musèe d'Orsay - Paris.




Incredibilmente, il dipinto non piace a Courbet e Monet lo lascia incompiuto come pegno per il pagamento della pensione. Lo riprenderà nel 1884 in cattive condizioni. Ne esiste una replica (o uno studio), di piccole dimensioni e con alcune varianti, eseguita nel 1866 ed ora al Museo Puskin di Mosca. La differenza tra Monet e lo stile di Courbet è il raggiungimento di una scioltezza e fluidità spinte, un modo decisamente nuovo di intendere la pittura. Ecco la versione del Puskin:



Monet non amava i classici esempi della pittura, tanto da non entrare quasi mai al Louvre: la sua cultura artistica era limitata, ma compensava egregiamente con il vantaggio di poter guardare alla natura, l'unica e assoluta fonte della sua ispirazione. La sua visione è immediata, ignora volutamente la tecnica, il rilievo ed il chiaroscuro degli oggetti concentrandosi sull'impressione che per prima arriva agli occhi. 

Inizia a dipingere all'aperto un altra sua pietra miliare, "Donne in giardino" (1866) dove Camille è l'unica modella delle tre donne rappresentate nel dipinto; rifiutato l'anno dopo dal Salon, gli viene comprato da Bazille per 2.500 franchi. Tornato molti anni dopo in possesso di Monet, lo venderà nel 1921 allo Stato francese per 200.000 franchi. Una ripresa fotografica del giardino gli ha suggerito la profondità dello spazio ma Monet è interessato soltanto ai piani e ai colori.



Nasce il figlio Jean e Monet va a Parigi, abitando con Renoir e Bazille. Nel 1868 espone ancora al Salon e si trasferisce con Camille e il figlio prima a Fècamp e poi a  Etretat. Per sfuggire ai creditori è aiutato da Renoir e dal mercante Gaudibert, che gli compra delle tele, gli commissiona il ritratto della moglie e gli procura una casa a Saint-Michel, presso Bougival sulla Senna, dove abita insieme con Renoir. 

Da qui in poi è storia dell'arte, quella vera. Inizia una serie di dipinti incredibili, che vanno dritti agli occhi e poi al cuore. Ma il resto al prossimo post.....


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