Stavolta il viaggio di lavoro è stato diverso ed il motivo
vero è stato la luce.
Come sempre, sono stata a Roma e Firenze per un paio di
giorni, ma mentre di solito i miei spostamenti sono treno-albergo-ufficio
stavolta sono uscita all’orario aperitivo in entrambe le città.
Premetto che io appartengo al Firenze-team, la preferisco perché
più piccola, elegante ed anche un po’ snob nel sentirsi la più bella, la più
colta e la più favolosa d’Italia. Ho sempre trovato Roma bellissima, ma troppo
caotica e dispersiva per corpi e pensieri. Però. Si, perché c’è un “però”.
Stavolta dicevo sono uscita all’ora aperitivo, ho camminato lungo via Cavour
verso i Fori Imperiali e ad un certo punto mi sono accorta della luce. La luce
del tramonto romano è spettacolare ed ho cominciato a pensare che in fondo, conoscendola
bene e trovando i propri angoli di mondo all’interno del caos, probabilmente si
tratta sul serio della città più bella del mondo.
E poi ancora più giù, verso Fontana di Trevi dove il mio
angolo di mondo è stato un lampione, che si stava accendendo in quell’istante e
che mi ha permesso di fuggire alla muraglia umana di turisti tutti foto e
sudore…
Poi, la cena in enoteca e le chiacchiere, mille chiacchiere
con un’amica-collega…
E il giorno dopo, Firenze. Firenze che è nel mio cuore da
sempre e che la vita mi ha fatto trovare inaspettatamente sul cammino
lavorativo. Firenze con i suoi abitanti duri e riservati nonostante le
Pieraccionesche credenze popolari. Firenze che si fa perdonare tutto con la sua
bellezza, con il suo centro storico da brivido nel quale non mi stupirei di
vedere camminare qualcuno in abiti medievali declamando poesie in fiorentino
stretto. Dove il tempo si è davvero fermato nei mattoni rossi, nel marmo
bianco, nelle statue e palazzi che parlano di arte, poesia e meraviglia.
Il mio giro preferito è centro storico-ponte vecchio-stop all’enoteca
Pitti e cena nella piazzetta di Santo Spirito, dal cuore un po’ radical-chic.
Ed anche la sera a Firenze si è conclusa con chiacchiere su chiacchiere con un
mio caro amico, anche lui a Firenze per lavoro. La bottiglia di vino è rimasta
vuota sul tavolo e della fiorentina al sangue sono rimaste poche briciole.
Ciao Firenze alla prossima…..