mercoledì 4 luglio 2012

Yayoi Kusama - part 2

A partire dal 1967 Yayoi organizzò numerose performance provocatorie in vari luoghi di New York, dalla Borsa a Central Park ed al Museum of Modern Art dipingendo a pois i corpi dei partecipanti o facendo loro indossare le sue creazioni di moda, disegnate appositamente per l’occasione, fondendo il suo mondo artistico interiore con la realtà esterna. 






I pois rappresentano l’infinito, la dissolvenza, l’eternità, la scomparsa ed arrivano fino alla distruzione dell’artista ricoperta da pois come da una forza distruttiva.



“Si sparpagliano un po’ ovunque  e riescono a fare germogliare l’amore in ogni angolo dell’universo». 




Ma il suo apice artistico sono le installazioni: per la perfezione cromatica, la meticolosità di realizzazione, le geometrie bizzarre, l’equilibrio delle forme e le sensazioni che regalano.















All’inizio degli anni Settanta, continuando a soffrire a causa dell’esaurimento nervoso, Kusama ritornò in Giappone, dove cominciò a scrivere romanzi, racconti e poesie surreali tra cui The Hustler’s Grotto of Christopher Street (1983) e Violet Obsession (1998). Nel 1977 si auto ricoverò in un ospedale psichiatrico e cominciò a rivisitare temi di cui si era occupata precedentemente nella sua arte, come i dipinti Infinity Net e le sculture Accumulation. 

Nel 1993 produce per la Biennale di Venezia un’abbagliante sala degli specchi piena di sculture a forma di zucca, come un orto artificiale presieduto dall’artista stessa, vestita da strega. Da allora Kusama ha eseguito diverse importanti sculture da esterno su commissione, perlopiù nella forma di enormi piante e fiori dai colori vivaci, per istituzioni pubbliche e private, tra cui il Fukuoka Prefectural Museum of Art di Fukuoka, il Benesse Art Site di Naoshima e il Matsumoto City Museum of Art di Matsumoto, in Giappone; l’Eurolille di Lille, in Francia; e il Beverly Hills City Council di Beverly Hills, in California.



La scultura di Kusama invece mostra un approccio alla visualizzazione dell’infinito attraverso il continuo uso di specchi, come nella scultura autoportante Passing Winter (2005) o nel complesso ambiente Aftermath of Obliteration of Eternity (2008), che utilizza un sistema di semplici ma ingegnosi strumenti ottici per creare un’interazione senza fine di luce riflessa. Il più recente gruppo di sculture monumentali di Kusama Flowers that Bloom at Midnight sono fiori barocchi dai colori accesi, che misurano in altezza tra 1.5 e 5 metri. 


passing winter 2005


Aftermath of obliteration of eternity

Oggi Kusama compone i dipinti Infinity Net come campi pieni di elementi uniformemente distribuiti, siano austere monocromie o vibranti contrasti a tinte psichedeliche, come lo spettacolare dipinto a cinque pannelli I Want to Live Forever (2008). I suoi ultimi dipinti figurativi, come Cosmic Space (2008) dove occhi, amebe e altre forme biomorfe indeterminate abbondano, riflettono un’ossessione per la mortalità, oltre che per l’illuminismo, la solitudine, il vuoto, e i misteri dell’universo fisico e metafisico.

I want to live forever - 2008
cosmic space 2008

Le opere di Kusama sono attualmente esposte nelle collezioni permanenti dei più importanti musei del mondo, tra cui il Museum of Modern Art, New York; il Los Angeles County Museum of Art, Los Angeles; il Walker Art Center, Minneapolis; la Tate Modern, Londra; lo Stedelijk Museum, Amsterdam; il Centre Pompidou, Parigi; e il National Museum of Modern Art, Tokyo. 

La sua prossima retrospettiva sarà al Whitney museum di New York dal 12 luglio al 30 settembre ed ospiterà il lancio della collezione “Louis Vuitton - Yayoi Kusama”, firmata dall’artista per la storica maison parigina.

È il continuum di un percorso che ho iniziato quando sono approdato quila concezione dell’arte come forma di collaborazione e confronto tra vari artisti». 


Marc Jacobs

to be continued...

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