giovedì 5 giugno 2014

Foto story in Florence



Foto story di una toccata e fuga a Firenze...passeggiando sola in una sera incantata su Ponte Vecchio....

.....incontri artistici inaspettati, un vicolo più in là, dove creature bianche con la testa di animale volteggiavano tranquille nel cielo e davanti a me...



... notare un muro qualunque con illustri concittadini sdrammatizzati....


.. alzare gli occhi al Duomo e pensare a quando l'hai visto la prima volta a 13 anni e poi..."ma quante volte l'avranno fotografato?"....



e consolarsi così.....



.. concludendo che se non fossi così bella, cara Firenze, mi sarebbe più facile avercela con te per questioni di lavoro e dintorni, ma come diavolo si fa?

see you soon....


p.s. ritorno a Milano


venerdì 30 maggio 2014

Un click per... Frank Horvat...

Frank Horvat - fotografo - è nato nel 1928 ad Abbazia (Italia, ora Croazia). 



Dopo gli studi a Milano, ha vissuto per amore del suo lavoro in Pakistan, India, a Londra prima di arrivare a Parigi, dove incontrò i protagonisti assoluti della fotografia del tempo: Henri Cartier-Bresson, Robert Capa.



Dal ’57 al ’62 Horvat lavora come fotografo di moda, tra Parigi, Londra e New York, per le riviste più prestigiose, quali «Jardin des Modes», «Elle», «Glamour», «Vogue Italia», «Harper’s Bazaar» e la tedesca «Revue». 

Sguardo attento, rivolto con amore verso le donne e il bello che circonda un volto e uno sguardo. foto eleganti, che parlano da sole e testimoniano un'epoca di vita.





Sono gli anni 50 quando un giornale di New York gli propone 200 dollari per un reportage su la “vie parisienne”. Quelle foto - ottenute inizialmente corrompendo il guardiano di notte di un locale - segnarono l'inizio una serie di lavori che celebrano gli anni dello strip, di Pigalle, del Crazy Horse....

















Dal 1980 Horvat si occupa di immagini digitali utilizzando il computer per manipolare immagini e dare vita a progetti sui quali lavora tuttora. 




martedì 27 maggio 2014

Foto story di una domenica in moto

Un giro in moto e con un po' di fortuna imbattersi in una rievocazione storica della giostra dei cavalli...

.....tutto questo è Grazzano Visconti (PC)




 












giovedì 22 maggio 2014

Il quadro del giorno II

Cercavo il quadro del giorno ed avevo già deciso per "Giuditta I" di G. Klimt, ma poi ho visto qualcosa di diverso nella sua produzione artistica e non potevo aspettare.

Eccolo: "La vergine" - (1912-1913), quadro finito ed esposto durante l'XI esposizione internazionale di Monaco, uno degli ultimi dell'artista viennese.

La sua comprensione diventa immediata se pensiamo che si tratta di una donna che sta scoprendo il suo corpo e le sue varie sfaccettature. Le forme sono fluide, in trasformazione, sembra quasi si muova. Un quadro profondo ed emozionante...

Se interessa, si trova a Praga. Io lo trovo strepitoso

buona giornata a tutti





venerdì 16 maggio 2014

Il finale di libro più bello del mondo

Florentino Ariza lo ascoltò senza batter ciglio. Poi guardò dalle finestre il cerchio completo del quadrante della rosa dei venti, l’orizzonte nitido, il cielo di dicembre senza una nuvola, le acque navigabili per sempre, e disse:

“Andiamo a dritta, a dritta, a dritta, di nuovo verso La Dorada”

Fermina Daza rabbrividì, perchè riconobbe l’antica voce illuminata dalla grazia dello Spirito Santo, e guardò il capitano: era lui il destino. Ma il capitano non la vide, perchè era annientato dal tremendo potere di ispirazione di Florentino Ariza.

“Parla sul serio?” gli domandò.

“Da quando sono nato” disse Florentino Ariza, “non ho detto una sola cosa che non sia sul serio.”

Il capitano guardò Fermina Daza e vide sulle sue ciglia i primi bagliori di una brina invernale. Poi guardò Florentino Ariza, il suo dominio invincibile, il suo amore impavido, e lo spaventò il sospetto tardivo che è la vita, più che la morte, a non avere limiti.

“E fin quando crede che possiamo proseguire questo andirivieni del cazzo?” gli domandò.

Florentino Ariza aveva la risposta pronta da cinquantatrè anni, sette mesi e undici giorni con le loro notti.

“Tutta la vita” disse.

(L'amore ai tempi del colera - G.G. Marquez)

giovedì 15 maggio 2014

Il quadro del giorno è......



Edward Hopper - Morning Sun (1952)

Mi è capitato raramente di trovare un quadro adatto allo stato d'animo del giorno come questo.

La ragazza del quadro è in una situazione immobile, indefinita e guarda l'orizzonte (non molto convinta a dire il vero). Spesso nei quadri di Hopper si coglie il senso di solitudine nelle grandi città, dove non si può capire molto delle persone, del loro passato e della loro situazione personale.

I suoi personaggi sono abitualmente statici, al bar o nelle loro case. Raramente qualcuno osa camminare.

Lo trovo davvero moderno, degno di essere considerato un maestro nella storia dell'arte.

mercoledì 14 maggio 2014

la calma piatta

Sarà la primavera,
sarà il momento,
sarà quel che sarà, ma mi rimane poca voglia di fare, vado a rilento su tutto.
Forse mancano solo nuovi stimoli, forse quelli vecchi non funzionano più...


Forse bisogna fermarsi e chiedersi solamente cosa si vuole davvero senza girare a vuoto così...

Diciamo che ci sto provando tutte le mattine, ma non è per niente facile


giovedì 3 aprile 2014

Strange art

Pensieri confusi, arte confusa. Ci sono casi in cui mi fermo e mi chiedo cosa sto guardando e se mi piace. E anche: arte è ciò che viene definito universalmente "arte" o solo ciò che ci emoziona presentato in qualsiasi forma? Propendo per la seconda ipotesi e di solito mostro ciò che mi piace, ma questo è un post contro-tendenza. 

Esempi:

- Questo quadro di Andy Wahrol è stato realizzato letteralmente facendo pipì sulla vernice.
E'arte provocatoria? In questo caso avanzerei un dubbio. L'ho appena visto durante la mostra a Palazzo Reale a Milano e mi ha lasciato molto, ma molto perplessa. E quelli che intorno lo guardavano ammirati lo facevano perchè è un Andy Wahrol o perchè lo apprezzavano realmente? Il dubbio rimane...



- E cosa diciamo di Pollock? Questo in arte è chiamato action painting. Le sue tele grandi e movimentate mi piacciono a pelle, ma non pretendo di capirle realmente. Espressionismo astratto forse è un po' troppo o forse non lo conosco abbastanza?



"Espressionismo astratto: dipingere rappresenta una dimostrazione di libertà creativa, un’energica e individualistica espressione gestuale priva di ogni condizionamento compositivo, formale, figurativo. La volontà di sovvertire ogni schema attraverso una tecnica di violenta lacerazione nasce dal desiderio di liberarsi dalle angosce e dalle inquietudini della società moderna ed è motivata, nel contempo, dalla consapevolezza dell’impossibilità di dominare un mondo caoticamente complesso."

Capito meglio no?

Sempre dello stesso filone ecco Willem de Kooning, "Easter Monday".



E Picasso? In questo caso devo specificare che questo quadro in particolaere mi piace tantissimo, ma perchè ne conosco la storia e ne posso capire l'originalità, il senso e anche l'uso non casuale dei colori. Ma non è sempre una questione molto personale in fondo? 



O forse il bello è proprio questo? 


LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...