venerdì 22 giugno 2012
Cose vere dal mondo: Redefine possible
Se non hai le gambe forse ti senti finito. Se hai una malattia genetica terribile che te le ha tolte ti senti sfortunato. Se guardi una montagna può prenderti lo sconforto. Ma ne siamo davvero sicuri?
Leggete questa storia e la prossima volta che diremo "non posso" suonerà un po' diversamente.
(fonte: corriere.it)
Non ha le gambe, ma Spencer West non si è arreso alle mille difficoltà e ha coronato il sogno di una vita. Senza arti inferiori a causa di una malattia genetica ha conquistato la vetta del Kilimangiaro, con i suoi 5.895 metri la montagna più alta del continente africano. L’americano ha percorso l’80 per cento della salita con le proprie mani. Nel corso dell’impresa il 31enne scalatore con una doppia amputazione ha raccolto mezzo milione di dollari che andranno in beneficenza.
È il fascino della vita. E Spencer West vuole viverla in pieno. L'uomo è nato con una rara malattia genetica, nota come regressione caudale, un disturbo dello sviluppo dei segmenti spinali distali unilaterali. Ha perso gli arti inferiori all’età di cinque anni. L'ostacolo di essere alto appena 0,78 metri non gli ha impedito di realizzare i suoi sogni e di diventare un’ispirazione per gli altri. Spencer West, nato in Wyoming e trasferitosi a Toronto, in Canada, oggi viaggia da uno stato all’altro come oratore motivazionale. A inizio settimana, dopo otto giorni di marcia con altri due scalatori, i migliori amici David Johnson e Alex Meers, ecco finalmente raggiunta la cima del Kilimangiaro. «Una volta in vetta è stato incredibile», scrive il 31enne sul suo blog. «Ci siamo guardati attorno - io, David e Alex - e realizzato di avercela finalmente fatta dopo una settimana estenuante di arrampicata, 6.000 metri di sangue, sudore, lacrime e, diciamocelo, anche vomito».
Nonostante l’uomo si fosse preparato per oltre un anno - anche con l’aiuto di un personal trainer - «l'esperienza si è rivelata più difficile di quanto immaginato», ha raccontato Spencer alla tv canadese CTV. Già, perché nelle sue condizioni ha dovuto sopportare dolori massacranti alla schiena, alle dita, ai gomiti. La missione sul Kilimangiaro, chiamata «Redefine Possible», mira a raccogliere 750.000 dollari per l'organizzazione benefica Free the Children che aiuta i bambini nei Paesi più svantaggiati ad uscire dalla povertà e dallo sfruttamento.
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